FUORI POSTO - Intervista a Isole Minori Settime @ NaDir Festival

"Isole Minori Settime è una scatola piena di cose piccole e dimenticate"

Tre ragazzi, tre voci e tre teste per una sestina fresca, ironica e genuina. Le Isole Minori Settime sono Alessandro Freschi (voce, chitarra acustica e ukulele), Enzo Colursi (voce, pianoforte e kazoo), Lorenzo Campese (voce, tastiere e diamonica), Alessandro Bellomo (batteria e percussioni), Alberto Savarese (chitarre) ed Enrico Buono (basso e contrabbasso). Soltanto leggendo l’elenco degli strumenti che questi ragazzi usano per comporre le loro canzoni, risulta evidente quanto siano versatili. Tant’è che, in effetti, andando a un loro concerto ci si può perdere in pezzi romantici, in quelli nostalgici, in quelli prettamente introspettivi, oppure decidere di saltellare ridendo a quelli più allegri (oppure ancora fare entrambe le cose). Quello che è certo è che andandoli a sentire, non si rischia di annoiarsi.
Dico che le teste sono tre, come le voci, perché ognuno di loro prima di essere un’Isola è un compositore solista – ironico gioco di parole-, nonostante non amino definirsi “cantautori”, poiché a loro modo di vedere questa è diventata una “parola pericolosa” nel campo (io sono abbastanza d’accordo con loro).
Mettere insieme tre identità artistiche, perché collimino in un unico progetto, non è cosa facile e loro ci riescono senza forzare minimamente le note che percorrono la musica, e per questo meritano un grande primo chapeau. Visto che, poi, mantenere una linea guida, che non si allontani mai troppo da un unico grande genere, è cosa ancora più complicata, meritano un doppio chapeau. Che non si compia, però, l’errore di inscatolarli in un genere definito, loro stessi precisano che ciò che suonano è: “postrockprogressivejazzfolkbeat d’autore”, perché anche la categorizzazione musicale ormai è diventata “pericolosa” (ma, forse, questa lo è sempre stata).


Tutti giovanissimi, con grande creatività, le Isole Minori Settime sono “una scatola piena di cose piccole e dimenticate” e nel loro primo video, Non Cambiare Traccia, è proprio la scatola ad animare la canzone, che, tra l’altro, si racconta da sola (per capirci di più basta cliccare qui o sul video proprio sopra il paragrafo). In questa scatola verde hanno raggruppato anche tanti dei loro lavori da solisti, Alessandro Freschi, infatti, è anche Freschi Lazzi & Spilli, Enzo Colursi è anche Colursi e Lorenzo Campese è anche – incredibilmente – Lorenzo Campese.
Tre compositori più tre musicisti per questa sestina napoletana con capacità, voglia di emergere, umiltà e umorismo e direi che questa è una premessa più che buona, nella travagliata scena musicale, che annaspa nella nostra città. La loro prossima data è per il 25 luglio al Kestè, un posto bello, bello che d’estate organizza i concerti all’aperto.

P.S. Che poi se magari chi legge il giornale ha pure pensato: “Ma ‘sto Freschi c’ha un nome familiare…”, la cosa c’ha senso, perché lui è il fumettista delle strisce “Non è un paese per Freschi” di FuoriPosto (Ciao Frè sono una tua fan!).
(leggi l'intervista)

Un Freschi originale.